Iperromanzo e ipertesto: facciamo chiarezza
Iperromanzo. E. Ipertesto. Non. Sono. La. Stessa. Cosa.
Ripetiamo insieme: iperromanzo e ipertesto non sono la stessa cosa. Iperromanzo e ipertesto non sono la stessa cosa. Iperromanzo e ipertesto non sono la stessa cosa.
Infatti, mentre il primo rappresenta una rielaborazione innovativa del romanzo, capace di abbandonare la rigidità sequenziale per abbracciare la frammentazione, la polifonia e la molteplicità di punti di vista, il secondo si configura come una struttura organizzativa dell’informazione, basata su connessioni e riferimenti incrociati.
Spoiler: La convergenza di questi due paradigmi dà vita alla letteratura ipertestuale, un ambito in cui la narrativa interattiva si trasforma, dando potere al lettore e ampliando i confini della comunicazione testuale.
Cos’è un iperromanzo
L’iperromanzo si distingue dalla narrativa tradizionale per la sua capacità di superare la linearità classica. Nei romanzi convenzionali la trama si sviluppa lungo un percorso cronologico ben definito, mentre l’iperromanzo propone un’esperienza narrativa frammentata e polifonica, in cui il lettore è chiamato a orientarsi in un labirinto di prospettive, tempi e spazi. Pur mantenendo una struttura narrativa di fondo – spesso basata su un tema centrale o una trama portante – l’iperromanzo si caratterizza per la sua elasticità: le sezioni del testo non seguono un ordine prestabilito, ma possono essere esplorate in modo non lineare, offrendo al lettore la possibilità di scoprire il racconto attraverso un percorso personale e interattivo.
Cos’è un ipertesto
L’ipertesto, concettualizzato già negli anni ’60 da Ted Nelson e successivamente approfondito da studiosi come George Landow, si fonda su una rete di collegamenti che consente di navigare tra differenti porzioni di testo. A differenza dell’iperromanzo, l’ipertesto non ha necessariamente un contenuto narrativo centrale, bensì si configura come un sistema di organizzazione dell’informazione. Ogni link rappresenta un nodo che collega frammenti di dati, rendendo possibile una fruizione dinamica e autonoma del contenuto. Questo formato è particolarmente adatto a scopi enciclopedici, educativi o informativi, in cui l’utente può esplorare il materiale in maniera libera e non sequenziale.
L’ipertesto in letteratura
La letteratura ipertestuale rappresenta il punto d’incontro tra le innovazioni dell’iperromanzo e le potenzialità strutturali dell’ipertesto. Essa nasce dalla consapevolezza che, per valorizzare appieno l’esperienza di lettura interattiva, il testo debba essere concepito come una rete di riferimenti interconnessi. In questo scenario, il lettore non è più un semplice fruitore passivo, ma diventa protagonista attivo, in grado di scegliere il percorso narrativo che meglio risponde alle proprie curiosità e interessi.
È importante precisare che, sebbene un iperromanzo possa sperimentare la non linearità e la complessità senza necessariamente adottare una struttura ipertestuale (ad esempio, attraverso salti narrativi e molteplicità di punti di vista all’interno di un testo puramente sequenziale), un romanzo ipertestuale, per definizione, integra il meccanismo dei collegamenti ipertestuali e si configura così come una sottocategoria dell’iperromanzo. In altre parole, mentre non tutti gli iperromanzi sono ipertestuali, ogni romanzo ipertestuale rientra nel campo dell’iperromanzo, arricchito da una dimensione interattiva e navigabile che trasforma l’esperienza di lettura.
Il ruolo del lettore
Sia nell’iperromanzo che nel romanzo ipertestuale il lettore assume un ruolo centrale. Nel primo caso, l’interazione si manifesta attraverso la libertà di interpretare e collegare i vari elementi narrativi, pur in un percorso che può risultare guidato o suggerito dall’autore. Nel romanzo ipertestuale, invece, il lettore diventa un navigatore attivo, capace di spostarsi tra nodi e collegamenti che definiscono un percorso di lettura unico e personalizzato. Questa partecipazione trasforma il rapporto tra testo e fruitore, rendendolo più dinamico e coinvolgente.